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Amanita caesarea var. lutea

Questa segnalazione viene dal nostro amico Marco Marchionni di Latina, del Gruppo Micologico omonimo.
Ci sembra piuttosto interessante perché la forma gialla dell'Amanita caesarea è pressoché misconosciuta e alquanto difficile da trovare in natura... Altrettanto rara ma più conosciuta è la forma completamente bianca, Amanita caesarea f. alba (Gillet 1874) Gilbert 1918 [= l'Amanita cocolla di Scopoli...(2)]; abbastanza segnalata e raffigurata in letteratura, rappresenta una vera e propria Amanita caesarea completamente bianca in tutte le parti; in pratica una "classica" forma albina, fenomeno del resto comune come per altre specie fungine, del tutto prive di cromopigmenti.
La forma lutea rappresenta invece qualcosa di insolitamente diverso e particolare. Durante la crescita e lo sviluppo dello sporoforo, solo il pigmento giallo migra nelle cellule, in particolare in quelle della cuticola pileica... La formazione e la migrazione dei pigmenti colorati negli sporofori fungini sono fortemente influenzati, a livello del micelio secondario perenne, dalla composizione chimica del substrato in cui si trova. Il chimismo di un substrato è a sua volta influenzato dalle condizioni meteoriche al momento della formazione degli sporofori (micelio "terziario"), in particolare per quanto riguarda la temperatura e la frequenza delle piogge.

Amanita caesarea f. lutea

Amanita caesarea f. lutea
È noto che Amanita caesarea cresce preferibilmente su substrati per lo più acidi o comunque decalcificati, con abbondanti precipitazioni iniziali, a cui fa seguito una temperatura relativamente alta. Gli esemplari dei fotocolor, qui riprodotti, sono stati reperiti nel settembre 2009, nel Parco del Circeo a Sabaudia (LT) su substrato relativamente profondo, sabbioso-argilloso, tendenzialmente basico, quindi insolito per le normali fruttificazioni in loco di Amanita caesarea. L'habitat arboreo è costituito da cerro (Quercus cerris), farnetto (Quercus farnetto) e farnia (Quercus robur). Ciò che è veramente interessante è che queste - più o meno sporadiche - fruttificazioni di Amanita caesarea f. lutea si ripetono sempre nel medesimo habitat e luogo, ma solo nelle annate calde, piovose e sempre se è in atto una notevole fruttificazione della "normale" e colorata Amanita caesarea. Semplice coincidenza? Direi proprio di no: anche quest'anno, il 2012, è stata una grande annata per l'A. caesarea e, di nuovo, sono comparsi basidiomi della f. lutea... Questo dimostra e avvalora la teoria - e mai come oggi se ne sente la necessità - che una "nuova" entità, sia questa denominata come specie, varietà o forma, resta valida solo se, sempre nel medesimo luogo e habitat di crescita, si ripetono più volte, in più anni, analoghe identiche fruttificazioni.
Non ci sono, in letteratura, descrizioni o rappresentazioni valide di questa particolare forma di Amanita caesarea. L'unica, a oggi, è quella di Neville & Poumarat (1) che però raffigura la raccolta di un unico piccolo esemplare, alquanto sbiadito e alterato in alcuni elementi (vedi la volva scura, sporca...). I ritrovamenti di Marchionni e di altri del suo Gruppo, testimoniano e rendono valido questo taxon.

Amanita caesarea f. lutea
Testo di Roberto Galli, foto di Marco Marchionni
Bibliografia di riferimento
(1) Neville P. et Poumarat S., 2004: Amaniteae. Fungi Europaei, 9. Edizioni Candusso, Lomazzo.
(2) Galli R., 2007: Le Amanite. dalla Natura s.a.s., Milano.
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