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I Termitomyces del Kenya

Questa segnalazione viene dal nostro amico Luigi Moioli di Mornico al Serio (BG) che, dopo alcuni annuali viaggi in Kenya, ci propone questo interessante approfondimento sul Genere Termitomyces.

Appartengono a questo Genere parecchie specie tropico-equatoriali che crescono sui grandi termitai. Il micelio è coltivato dalle térmiti (per lo più Termes badius), per assicurare adeguato nutrimento alle larve di questi insetti. 

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Termitomyces schimperi

Ascritto alla Famiglia delle Amanitaceae, il Genere Termitomyces Heim (1942) include basidiomi eterogenei con habitus pluteoide o mycenoide-collybioide per quelli di piccole dimensioni, ma lepiotoide in quelli di grandi dimensioni. Il cappello, da piccolo (fino a 3 cm) a molto grande (fino a 35 cm), presenta un umbone sottile ('spiniforme') e acuto, oppure largo e prominente o, ancora, piatto e poco in rilievo, spesso con squame radiali, striato al margine, per lo più asciutto. Le lamelle sono libere, alte e fitte, da biancastre a crema rosate, con il filo irregolare. Spore crema-rosate in massa, ovoidali o ellittico-cilindriche, lisce, ialine e non amiloidi; cistidi presenti, giunti a fibbia assenti. Il gambo è centrale, per lo più robusto, cilindrico, radiciforme o con una lunga rizomorfa. Il velo è assente o, quando presente, anuliforme o cortiniforme. La carne è in media poco spessa, tenera, biancastra, senza odore e sapore particolari. Crescono sui grandi termitai in tutta la fascia paleotropicale; sono soprattutto diffusi nel Centro-Est Africa (Etiopia, Kenya, Sierra Leone, Tanzania, Uganda e Zaire) e nello Sri Lanka. La specie typus è Termitomyces striatus (Beeli) Heim.

Non abbiamo potuto esaminare esemplari freschi, ma solo essiccati. Tuttavia riteniamo che il materiale esaminato, con i fotocolor pervenuti, possano appartenere alla specie Termitomyces schimperi (Pat.) Heim (Arch. Mus. Hist. Nat. Paris, VI, 18: 114, 1942). Questo taxon è caratterizzato da dimensioni ragguardevoli (cappello fino a 25 cm di diametro); cuticola indissociata al centro in una larga calotta bruno scura ma non o poco in rilievo, dissociata altrove in larghe squame pustulate, concolori e persistenti; margine intero. Le lamelle sono libere, fitte, con lamellule, filo irregolare, da biancastre a crema incarnato. Spore crema-rosate in massa. Il gambo è robusto, fibroso, cilindrico, appena dilatato verso una base che si prolunga in una consistente rizomorfa lunga e fino a 20 cm. Il velo è presente in larghe squamule sulla superficie, ma senza formare un anello definito. Carne spessa fino a 2 cm, tenera, bianca e immutabile, senza odore e sapore particolari, comunque gradevoli. Reperibile in numerosi esemplari alla base o sulle pareti di termitai in Kenya.

Si tratta di una delle specie più grandi di Termitomyces. Una specie affine è Termitomyces letestui (Pat.) Heim. Sempre di grandi dimensioni, si differenzia per il cappello non o appena squamuloso, munito di un pronunciato e persistente umbone cilindrico. Il gambo, liscio e privo di squame, si prolunga in una sinuosa radice che, in certi termitai, raggiunge anche la lunghezza di 1 metro. L'anello è ben visibile, ampio e membranoso, pendulo e persistente, superiormente striato. Carne sottile, bianca, al pari gradevole nei caratteri organolettici. Fruttifica copioso in Kenya, in particolare nel distretto di Nairobi.

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Termitomyces schimperi: raccolte originali in Kenya di Luigi Moioli

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Termitomyces schimperi: raccolte originali in Kenya di Luigi Moioli

I Termitomyces sono diffusamente consumati e apprezzati dalle popolazioni locali, in tutto il Centro-Est africano, nello Sri Lanka e, probabilmente, anche in India. Non ho indicazioni per il resto dell'Asia... La ricetta per preparare i funghi dei termitai, su indagini di Luigi Moioli, sembra abbia avuto larghi consensi anche da parte di turisti europei... Eccola: lavare i funghi e, tagliati a pezzetti, bollirli in acqua per qualche minuto; poi scolare, gettare l'acqua e sciacquare in acqua fredda. Poi metterli in padella con latte, acqua o brodo, spezie e sale, volendo peperoncino - i kenyoti non hanno olio, ma penso che non guasterebbe - poi pomodoro spaccato con le mani o tritato finissimo. Si cucina sino a che il liquido è evaporato regolando di sale e pepe.

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Termitomyces alla keniota, con birra locale e buon appetito!

Testo di Roberto Galli, foto di Luigi Moioli.
Bibliografia consultata. 
Pegler D. N., 1977: A preliminary Agaric Flora of East Africa. Kew Bulletin Additional Series VI: Royal Botanic Gardens Kew; 277-295, London


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