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22 aprile 2017 -
Gita micologica e botanica alle Fonti Gajum

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Qualcuno comincia a incamminarsi: in primo piano Giorgio Colla (a sinistra) e Roberto Pellini

Come da programma, si è svolta regolarmente sabato 22 aprile 2017 alle Fonti Gajum (Canzo, Triangolo Lariano, CO), la terza gita (prima in tale località) micologica e botanica del Gruppo Micologico Milanese.

I Soci partecipanti sono stati 16, tutti speranzosi di reperire qualche specie fungina, tra cui le pregiate e ricercatissime spugnole (Morchella). Il tempo è stato bellissimo: cielo terso e sole splendente! Dopo un’iniziale aria fresca, si è passati via via ad una temperatura sempre più calda, specialmente verso le prime ore pomeridiane.

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Il Lambro lungo il percorso

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Aglio orsino (Allium ursinum)

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Le chiare e fresche acque (pulite!) del Lambro

Il percorso prevedeva la salita lungo un sentiero di ciottoli e poi di gradini, da circa 400 fino a 800 m. L’habitat è costituito da un bosco misto di latifoglie, tra cui dominano i frassini (Fraxinus excelsior), olmi (Ulmus minor), noccioli (Corylus avellanea), sambuchi, sorbi e maggiociondoli. Più in alto compaiono grandi e bellissimi faggi (Fagus sylvatica), pochi castagni (Castanea sativa) che sembrano sostituirsi in pratica a frassini ed olmi. Il suolo è rigorosamente basico-calcareo (come del resto tutta la zona dei Corni di Canzo). Il sottobosco è costituito - specialmente in basso - da abbondantissimo aglio orsino (Allium ursinum) in piena fioritura, alliaria (Alliaria petiolata), fragole (Fragaria vesca), lamio bianco (Lamium album), polmonaria (Pulmonaria officinalis), primule (Primula vulgaris e Primula veris), pervinca (Vinca minor), pungitopo (Ruscus aculeatus), sigillo di Salomone (Polygonatum multiflorum) e uva di volpe (Paris quadrifolia).

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Il percorso basso (dominato da frassini e olmi)

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Il percorso alto (dominato dai faggi e da… Maurizio Civardi!)

Il percorso seguito era rigorosamente lungo il torrente Lambro - attraversato più volte da diversi ponticelli - dove proprio, in alto alle Fonti Gajum, ha origine; nelle buche più grandi sono state notate qualche piccola trota (Truta fario). Lungo il percorso diversi cartelli didattici illustravano la storia geologica del luogo, con chiari riferimenti alla natura del suolo, alla flora e fauna relativa.

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Il rifugio Terz’Alpe “La Rondine”: in primo piano, a sinistra, Michele Luongo.
Sullo sfondo i Corni di Canzo (la prima foto di Maurizio Civardi)

Nonostante l’habitat assai favorevole, determinato dalla presenza di frassini ed olmi, non solo non abbiamo trovato le tanto ambìte Morchella, ma nessun altro fungo, colpa di un periodo troppo asciutto, preceduto da un clima ventoso e piuttosto freddo!

Poi il pranzo presso il rifugio Terz’Alpe “La Rondine”, all’aperto, sotto un sole caldo e abbagliante! Ottimo il pranzo: segnalo, in particolare, i formaggini di capra, i ‘pizzoccheri’ valtellinesi, veramente saporiti e gustosi, le salsicce in umido con cipolle e polenta di grano saraceno e, infine, la crostata ai mirtilli o frutti di bosco. Anche questa volta non c’è stato nessun complemento micogastronomico del dott. Galli, avendo egli finito completamente le scorte. Qualcuno ha potuto comunque acquistare salumi e formaggi locali fatti dallo stesso rifugio…

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Sculture su ceppo (foto di Maurizio Civardi)

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Il Gruppo. Da sinistra: Franco Vincelli, Maurizio Civardi, Antonio Bruschetta, Michele Luongo, Roberto Pellini (dietro), Marisa Campesato, Giorgio Colla (davanti), Vittoria Occhipinti (dietro), Roberto Galli (in basso), Celestina Perini, Francesco Montani (dietro), Jole Raffa e Giuseppe Torchio. Manca il fotografo: Flora Bonetti.

Poi, il ritorno. Qualcuno ha scelto di scendere dal sentiero già affettuato all’andata, e hanno fatto decisamente bene!… altri si sono avventurati nel “sentiero botanico”; impervio, ripido, ma interessante e soprattutto breve!… Altri ancora, la maggioranza, hanno voluto affrontare una strada più comoda, larga e non ripida, ma haimé, piuttosta lunga, noiosa e faticosa… Lungo quest’ultimo percorso è stato altresì possibile visitare l’interessante Centro Visitatori “Riserva Naturale Sasso Malascarpa”; del tutto gratuito, illustrava - con diorami, teche e bacheche -  la storia naturale geologica del luogo, il suolo, i fossili, le piante e la fauna locale.

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Sulla strada del ritorno…

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Parte del Gruppo sotto al castagno secolare
(foto di Maurizio Civardi)

Lungo il percorso, grande raccolta di erbe commestibili: aglio orsino, alliaria, ortiche, parietaria, silene, salvia dei prati ecc. Scendendo inoltre è stato possibile notare e imparare diverse essenze arboree non autoctone del luogo (cioè non spontanee, ma piantate a causa di un “errato” o “insolito” rimboschimento): abeti greci (Abies cephalonica) e di Spagna (Abies pinsapo), cedri (Cedrus atlantica e deodara), larici (Larix decidua), larici giapponesi (Larix kaepferi), pini strobi (Pinus strobus) ed excelsi (Pinus wallichiana), thuje (Thuja occidentalis o Thuja gigante) ecc.

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Il Centro Visitatori “Riserva Naturale Sasso Malascarpa”

Insomma, alla fine, è stata una piacevole gita! Una gita più botanica che micologica… Beh, se non altro, qualcosa si è portato a casa; tante erbe, tante informazioni sulle piante presenti, una bella ‘abbronzatura’, amicizia, socialità, voglia di stare insieme e di riprovarci…
 Peccato che, di funghi, neanche l’ombra! Ma, alla fine, ci siamo comunque diverti, anche se per qualcuno è stato un percorso un po’ faticoso… Abbiamo visitato un interessante habitat, e comunque è stata una piacevole giornata in ami­chevole compagnia! Non mi resta, infine, che ringraziare tutti i partecipanti e, in particolare, il capo gita e organizzatore Maurizio Civardi.

Grazie Amici, alla prossima!
Roberto Galli


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