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17 giugno 2023 -
Escursione micologica al Monte Palanzone
L'habitat di ricerca: da un tappeto di felci, il castagneto di Enco...
Il 17 Giugno 2023, si è svolta regolarmente l'ultima gita micologica - programmata per il 2023 - del Gruppo Micologico Milanese: monte Palanzone. Si doveva andare a Pietragavina (Oltrepo' pavese), ma i boschi sono stati chiusi ai cercatori non residenti, a causa della peste suina africana. 14 i Soci partecipanti, tutti desiderosi di una bella camminata in compagnia, nonostante il grande caldo esploso negli ultimi giorni… Al caldo si aggiunge anche una grande umidità, causa delle frequenti piogge e temporali del mese di Giugno ... Quindi la probabilità di trovare funghi è più alta anche se, come dice l'esperienza, quando c'è troppa umidità nel terreno e nell'aria i funghi stentano a fruttificare. Il Monte Palanzone (1.436 m) si trova vicino a Canzo (CO), nel Triangolo Lariano, e come quota è secondo solo al monte San Primo (1.682 m s.l.m.); per raggiungerlo ci sono diverse strade, tutte percorribili solo a piedi. Noi abbiamo scelto il sentiero che dal santuario della Madonna di Campoè (poco fuori l'abitato di Caglio, CO) conduce all'agriturismo Cassina Enco, nostra meta finale per il pranzo ...
Ancora l'habitat di ricerca
Lasciate quindi le auto al Santuario, a 840 m, ci incamminiamo lungo un ampio sentiero semipiano per raggiungere la Cassina Enco, situata più o meno alla medesima quota. L’habitat iniziale di ricerca è costituito da fitti boschi con varie latifoglie: sambuco nero, frassino, nocciolo, betulla, acero, ciliegio, noce ... presto compaiono splendidi e spesso secolari castagni (Castanea sativa)... più in alto anche diversi faggi (Fagus sylvatica) e qualche peccio (Picea abies) ... per poi giungere dove domina incontrastato il castagno; infatti la Cassina Enco, nostra meta finale, è situata in un vastissimo castagneto, con alberi anche molto vecchi e con un fresco sottobosco di felci.
La prima specie reperita: Lactarius camphoratus
Roberto Avesani (a sinistra) e Salvatore De Dominicis sul sentiero che porta alla Cassina Enco.
La ricerca principale si è quindi svolta proprio in tale habitat: tutti sguinzagliati tra i castagni... chi più su, altri più in basso, altri seguendo il sentiero... A mezzogiorno, appuntamento alla Cassina Enco (ex rifugio del CAI); ci accoglie la titolare Cristina Binda che, insieme ai due figli, gestisce la ristorazione. Subito una bevanda dissetante e rinfrescante per gli stremati e accaldati cercatori: acqua di sambuco, limone, zucchero e ribes rosso... e, per altri più esigenti, vino bianco secco frizzante...
Dopo una breve cernita dei funghi raccolti, tutti a pranzo! Il menù è 'classico' per un rifugio di montagna, ma con un tocco in più, considerando la passione di Cristina per le erbe spontanee: antipasto di salumi misti, sott'aceti vari, formaggi caprini... poi risotto alle fragoline di bosco e strozzapreti con lo spinacio selvatico... poi polenta con gulash di manzo... infine torta di sambuco e sfogliatine alla marmellata di ribes. Ovviamente non poteva mancare il solito complemento presidenziale, i funghetti sott'olio di Roberto Galli: Pleurotus cornucopiae.
Il piccolissimo (ma grazioso!) Cantharellus friesii
Consultazione lungo il percorso...
Xerocomus subtomentosus, tra il muschio sotto ai castagni...
Dopo pranzo, la consueta "lezione" del Dott. Galli. Sotto a maestosi tigli (Tilia platyphyllos) sono state reperite e classificate 26 specie così elencate: Amanita battarrae, junquillea, rubescens e spissa; Agrocybe praecox; Boletus aestivalis, luridus; Cantharellus cibarius, friesii; Collybia dryophila; Cyanoboletus pulverulentus; Fomitopsis pinicola; Inocybe cookei; Lactarius camphoratus, piperatus; Lentinus suavissimus; Lycoperdon lividum; Psathyrella candolleana; Ramaria formosa; Russula cyanoxantha, pectinatoides, romellii, velutipes; Trametes versicolor; Tylopilus felleus; Xerocomus subtomentosus
La lezione. Nelle prime tre foto, in fondo al tavolo, Daniele Della Rocca, il nostro più giovane Socio e Allievo
Sicuramente il ritrovamento più interessante è stato quello del Lentinus suavissimus. Si tratta di una specie rara, talmente rara che il sottoscritto, nonostante i suoi 50 anni di Micologia, non l'ha mai trovata dal vero! Raccolto da Valerio Paolo Turri su un rametto di nocciolo (Corylus avellana) si caratterizza per la tenacità della carne, che emana un forte odore di anice, e per il filo lamellare finemente seghettato (osservare con una lente!) Ovviamente la specie sarà essiccata per il nostro erbario micologico.
Dopo la lezione, 'merenda' con dissetante al sambuco, vino bianco e frittelle di mela ... Cristina ci ha viziato fino all'ultimo ...
L'interessantissimo e molto raro Lentinus suavissimus
Alla fine è stata una piacevole giornata in amichevole compagnia, ricca di contenuti botanici e naturalistici. Non mi resta infine che ringraziare tutti i partecipanti e gli organizzatori, in particolare Roberto Pellini e il sottoscritto.
Grazie Amici, alla prossima!
Roberto Galli
Dove non specificato, le foto sono di Roberto Galli
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